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Revisione 23: Anoressia, un adattamento evolutivo?


#1

Introduzione
Diversi studi sugli animali hanno mostrato come sia possibile indurre i sintomi dell’anoressia nervosa sui ratti di laboratorio: alcuni di loro, infatti, in condizioni di restrizione alimentare e perdita di peso cominciano a rifiutare il cibo e diventano iperattivi; i sintomi sono più comuni nelle femmine e tendono a scomparire spontaneamente quando i ratti tornano ad alimentarsi liberamente, spesso finendo per abbuffarsi senza limiti (riferimento 1 e 2.
Negli esseri umani si è visto invece come l’anoressia sia associata ad una serie di caratteristiche alterazioni endocrine e neurofisiologiche molto singolari: laddove infatti in un cervello sano l’ipotalamo risponde alla scarsità di cibo stimolando la produzione di ormoni oressigeni come la grelina, nel cervello di un anoressico i segnali sono misti, per cui coesistono una risposta normale ed una di diminuzione della grelina ed aumento della leptina - la conseguenza è che gli anoressici tendono a perdere il senso di sazietà e raggiungono presto la pienezza gastrica, ma pensano in continuazione al cibo (riferimento).
Sono state anche individuate alcune regioni genomiche potenzialmente legate alla patogenesi della malattia (riferimento).

Non è poi da dimenticare il Minnesota Starvation Experiment, vasto studio clinico condotto tra il 1944 ed il 1945 dal celebre fisiologo Ancel Keys, in cui un gruppo di volontari in buona salute venne sottoposto ad un periodo di forte restrizione calorica (che potesse mimare le condizioni di inedia che l’Europa stava sperimentando in quel periodo), seguito da uno di alimentazione incontrollata. Nel corso del primo periodo i volontari mostrarono alcuni dei sintomi tipici dell’anoressia - depressione, dismorfia corporea, irritabilità, ritualità, calo del desiderio sessuale, perdita del normale senso di sazietà ed estrema preoccupazione ed ossessione per il cibo (alcuni iniziarono a collezionare libri di ricette) - che poi scomparvero durante il periodo di rialimentazione, nel quale alcuni soggetti arrivarono a consumare oltre 5000 calorie al giorno.
Queste ed altre ricerche hanno fatto supporre che l’anoressia sia una condizione con forti basi genetiche e fisiologiche.

Una delle teorie proposte è quella dell’adattamento alle carestie (riferimento), secondo cui l’anoressia sarebbe il residuo di un meccanismo di adattamento evolutivo con cui gli animali, e gli esseri umani preistorici, sfuggivano alle carestie. Fuggire da un ambiente in cui c’è scarsità di cibo per migrare in uno in cui il cibo è abbondante è una reazione istintiva comune negli animali. La condizione anoressica si “attiverebbe” quindi, nei soggetti geneticamente predisposti, quando il cervello percepisce una situazione di scarsità di cibo, come può accadere in una dieta.

In quest’ottica sarebbe possibile spiegare molti dei sintomi apparentemente incomprensibili dell’anoressia: essere in grado di mangiare il meno possibile, muoversi il più possibile, non sentire la fame e la fatica, non avere coscienza della propria condizione di malnutrizione sarebbero tutte caratteristiche evoluzionisticamente convenienti. Inoltre si potrebbe anche spiegare perché l’anoressia è molto più comune nelle donne che negli uomini: non solo le donne sarebbero culturalmente più propense a mettersi a dieta (quindi ad attivare i segnali di scarsità di cibo) rispetto agli uomini, ma immaginando che una tribù che migra in cerca di cibo si fosse scontrata con un’altra le femmine avrebbero avuto più probabilità di sopravvivere, in quanto utili per la riproduzione, quindi sarebbe stato evoluzionisticamente conveniente per loro essere capaci di emigrare più lontano.
Un altro particolare singolare è che l’anoressia negli Stati Uniti presenta la massima incidenza negli individui nativoamericani e la minima in quelli afroamericani, rispettivamente i gruppi che sono emigrati di più e di meno nel corso della preistoria (riferimento).

L’anoressia è sempre stata presente nel corso della storia e di volta in volta è stata spiegata in modo diverso: nelle presunte anoressiche premoderne come un rifiuto delle bassezze corporee o un anelare ad una purezza “superiore”; in epoca vittoriana come un rifiuto della sessualità; oggi come una ricerca della magrezza, una volontà di controllo od una reazione ad un ambiente familiare o delle relazioni parentali disfunzionali, nonostante gli studi sui gemelli suggeriscano che non esista alcun particolare ambiente familiare significativamente associato allo sviluppo dell’anoressia (riferimento).
I sintomi anoressici si mescolano facilmente con gli altri problemi psicologici dell’individuo, per cui in condizione di comorbidità con malattie come la depressione può essere difficile distinguere i sintomi delle differenti patologie. Tuttavia una simile prospettiva potrebbe aprire scenari rivoluzionari nella comprensione e nella narrativa della malattia, oltre che nel suo trattamento.

MOTIVO
Introduzione da verificare oltre le competenze delle marmotte, servirebbe almeno un un articolo divulgativo accessibile a tutti.


#2

La segnalazione per come è scritta mi sembra un mezzo original con riferimenti a supporto. Se non si trova qualcuno che ha la competenza si potrebbe provare a pubblicare con un enorme disclaimer sulla mancata verifica redazionale, ma forse si aprirebbero porte chiuse in passato.
Edit: vedo ora che il problema è più o meno presente nelle ultime tre segnalazioni.


#3

lawrencehg intanto ci ha proposto questi articoli via mail

Siccome cercate articoli divulgativi posso proporvene un paio: questo è quello che parla del locus genetico, su science daily. E’ recente e mi sembra chiaro e facile da capire:

https://ift.tt/2psIquj

Si parla di questo stesso studio sul sito del King’s College London, l’università che assieme a Stanford ed all’università del North Carolina ha guidato la ricerca: https://ift.tt/2KNKCaq

Questo parla della spiegazione evolutiva dell’anoressia, ma è molto vecchio (14 anni fa):

https://ift.tt/1jFoAn7

Quest’altro è più recente, ma è più un post da blog che un vero articolo divulgativo:

https://ift.tt/2KNKDeu

Volendo c’è anche questo, che è abbastanza recente e piuttosto completo:

https://ift.tt/2N3v2nF

@lawrencehg grazie mille, scusa se ti rispondo qua ma essendo all’estero gmail mi blocca l’accesso alla mail comune,


#4

Di nulla, non ti preoccupare! E perdonatemi se vi ho proposto così tanti articoli, ma è un tema che sembra essere trattato o solo negli articoli scientifici o solo nei blog, che per quanto accurati possano essere rimangono dei blog (oppure sono blog molto specifici e “scientifichesi” come questo: https://www.scienceofeds.org/2012/04/03/the-genetics-of-anorexia-nervosa/).


#5

No guarda, scusa tu per la macchinosità della cosa, spero che adesso con un po’ di aiuto esterno e magari mettendo mano ai nuovi link nei prossimi giorni di chiudere la segnalazione, proviamoci, perché l’argomento è interessante e merita!


#6

Il proviamoci comprende anche me? :slight_smile:


#7

Certo! Comprende tutti, almeno quelli che passano da qua.


#8

Su Le Scieze è uscito poche settimane fa un articolo che parla di uno studio pubblicato su Science http://www.lescienze.it/news/2018/06/22/news/disturbi_psichiatrici_base_genetica_condivisa-4024046/ in cui i ricercatori hanno rilevato che “è stato rilevato che un numero significativo di fattori genetici che predispongono ad alcuni disturbi psichiatrici (anoressia, autismo, disturbo bipolare e DOC) sono gli stessi che, secondo precedenti studi, favoriscono l’espressione di capacità cognitive particolarmente brillanti durante l’infanzia, un brillante curriculum scolastico e buoni risultati all’università.”


#9

Bene. In tal caso proporrei di aprire con uno degli articoli divulgativi (uno di quelli sulle regioni genomiche?) per evidenziare come l’anoressia sia considerata sempre più un disturbo su base genetica/biofisiologica. Poi a seguire menzionare gli studi sui ratti, sui gemelli e sugli ormoni oressigeni/anoressigenici ed il Minnesota Starvation Study, per supportare ulteriormente il punto. Infine citare la teoria dell’adattamento evolutivo a mo’ di possibile spiegazione della malattia. Io però da qui posso fare poco…


#10

Immagino che lo studio sul locus genomico dell’anoressia faccia parte di questo studio più ampio, o quest’ultimo vi faccia riferimento. Infatti è inclusa anche l’autrice (Cynthia M. Bulik).


#11

Un articolo apparso su Le Scienze illustra i risultati di una ricerca condotta dal Brain Consortium e pubblicata su Science, secondo cui esisterebbe una base genetica per diversi disturbi mentali, quali il disturbo ossessivo-compulsivo, la schizofrenia e l’anoressia nervosa. La possibilità di una base genetica dell’anoressia nervosa è stata indagata anche da un altro team di ricerca, che ha identificato tra i possibili candidati il cromosoma 12 la sede di questo disordine.

Come mostrano due articoli, uno dell’American Psychological Association e l’altro di Psychology Today, l’ipotesi che l’anoressia nervosa possa essere dovuta a un adattamento evolutivo in risposta a condizioni di carestia era già stata avanzata in passato. Infatti, in un esperimento famoso col nome di Minnesota Starvation Experiment e risalente alla metà degli anni quaranta, il fisiologo Ancel Keys sottopose a un periodo di forte restrizione calorica (che potesse mimare le condizioni di inedia che l’Europa stava sperimentando in quel periodo), seguito da uno di alimentazione incontrollata. Nel corso del primo periodo i volontari mostrarono alcuni dei sintomi tipici dell’anoressia - depressione, dismorfia corporea, irritabilità, ritualità, calo del desiderio sessuale, perdita del normale senso di sazietà ed estrema preoccupazione ed ossessione per il cibo (alcuni iniziarono a collezionare libri di ricette) - che poi scomparvero durante il periodo di rialimentazione, nel quale alcuni soggetti arrivarono a consumare oltre 5000 calorie al giorno. Meccanismi molto simili sono stati evidenziati anche in alcuni studi sui ratti e potrebbero essere coinvolti in particolari cambiamenti endocrini evidenziati nei csai di anoressia nervosa, dove a segnali di sazietà si mescolano segnali di fame.

Oltre a permettere di spiegare la correlazione che si rileva tra anoressia nervosa e particolari tratti caratteriali e comportamentali, quali perfezionismo o DDD , risultati di questi studi permettono di fare luce sulla diversa incidenza dell’anoressia nervosa tra gruppi umani e hanno ovviamente importanti ricadute per il trattamento del disturbo, come spiega WebMD:

“The long-term goal is to identify those aspects of brain-related function that influence development, behavior, and personality, and help us refine the search for potentially more effective pharmacotherapies,” says Michael Strober, MD, professor of psychiatry at the David Geffen School of Medicine at the University of California, Los Angeles. He is also director of the Eating Disorders Program at the Lynda and Stewart Resnick Neuropsychiatric Hospital at UCLA.
But while new medicines may help, Strober is quick to say he doubts anorexia and bulimia will ever be treated solely with medication. “More effective new medications will be important, but a combination of approaches is essential. The importance of psychotherapy should never be minimized.”


#12

Rieccomi :smiley:

Ho cercato di mettere giù una cosa di partenza basandomi sugli articoli divulgativi (eccetto uno, quello su afroamericani e nativi).

Il posto qui sopra dovrebbe essere modificabile da chiunque, quello che vi chiederei è

  1. correggere errori che sicuramente ho fatto
  2. renderlo più chiari i passaggi oscuri
  3. inserire gli elementi importanti che mi sono perso per strada
  4. eventualmente inserire i riferimenti agli articoli accademici nei punti giusti

Oppure riscrivere il tutto, se pensate che abbia completamente frainteso il tema.


#13

“…illustra i risultati di una ricerca condatta dal Brain Consortium” e pubblicata su Science (link http://science.sciencemag.org/content/360/6395/eaap8757

“che ha identificato nel cromosoma 12 la sede di questo disordine.”

Ci andrei più cauto. Tipo: “che ha individuato tra i possibili candidati alcuni geni nel cromosoma 12”


#14

@lawrencehg se tu o altri non hanno da aggiungere procedo a pianificarla?


#15

Innanzitutto ringrazio moltissimo entrambi per l’impegno che ci avete messo. Lo apprezzo davvero tanto! :slight_smile:
Comunque mi sembra che vada tutto bene. Giusto qualche appunto:
-alla fine del paragrafo sul Minnesota Starvation Study aggiungerei un riferimento agli studi sui ratti, tipo: "Meccanismi molto simili sono stati evidenziati anche in alcuni studi (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14637226) sui ratti (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4692666/) [qui ci starebbero ovviamente i link sistemati bene].
-dopodiché farei anche riferimento allo studio sull’anormale risposta ormonale delle anoressiche in condizione di scarsità di cibo, scrivendo qualcosa tipo: "Tale teoria potrebbe anche aiutare a spiegare i particolari cambiamenti endocrini evidenziati negli anoressici, dove segnali di sazietà si mescolano a segnali di fame (riferimento: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11673789, anche qui ovviamente ci va il link).

Infine ci sarebbero gli studi sui gemelli, ma quelli credo si possano eliminare, al massimo li scrivo io nei commenti.

Di nuovo grazie, comunque. E’ un argomento che mi sta a cuore e mi fa piacere vederlo pubblicato qui :slight_smile:


#16

@PiGTr avevo lasciato un messaggio ma non è ancora comparso, forse non è arrivato.
Scrivevo che mi pare vada tutto ok. Mi limitavo solo a fare una piccola aggiunta: al termine del paragrafo del Minnesota Starvation Study pensavo che si potrebbero linkare i due studi sui ratti, scrivendo qualcosa tipo “comportamenti del genere sono stati evidenziati in due studi [link agli studi] anche sui topi di laboratorio.”

Per il resto è tutto ottimo e puoi procedere a pianificarla. Grazie davvero per l’impegno che ci hai messo, lo apprezzo moltissimo! :slight_smile:


#17

Faccio la prova di un messaggio come mi ha consigliato @pigtr.

Dunque, sì, confermo che mi limiterei ad aggiungere il riferimento agli studi sui ratti di laboratorio e alle risposte ormonali delle anoressiche. Gli studi sui gemelli li lascerei perdere visto che in altri link si parla comunque di tratti ereditabili e di predisposizione genetica. Come scrivevo nel bar mi farebbe piacere se non pubblicaste la segnalazione il 2 o il 3 agosto, ma per il resto mi sembra tutto a posto. Grazie ancora!


#18

ottimo, funziona. Se preferisci un giorno o un orario specifico dimmi pure.


#19

Non saprei, sai già quando hai intenzione di pubblicarla?


#20

Si potrebbe far uscire lunedì mattina se @PiGTr è d’accordo.