Secondo me è meglio cosi.
Tagliare il video in decine di mini video mi sembra un lavoro parecchio dispersivo. Non solo per noi, ma anche per un eventuale spettatore che deve continuare ad andare su nuovi video.
Piuttosto, se si vuole fare ciò che dice Roberto, invece che il link al singolo video con la risposta si può mettere il link al minuto e secondo in cui inizia la risposta all’interno del video intero.
Video Bologna, fare una sintesi
Secondo me conviene fare qualunque cosa sul video definitivo, previa pulizia. I timing su un video rieditato andrebbero rifatti.
Concordo sul fatto che un video unico con una buona scaletta in descrizione sia meglio rispetto a N. video, resta navigabile senza lasciare la pagina è può essere embeddato nelle sue varie parti su una pagina terza (es: sul sito, con una descrizione più estesa o la trascrizione).
La trascrizione può essere fatta, come optional, condividendo gli sforzi (non so se esista qualcosa di più efficace di un Google Doc ma è probabile), ma non tratterrei il fiato
e però vorrei capire se sia fattibile farla anche mantenendo i timing e quindi potendo generare poi i sottotitoli fatti bene (avrebbe senso se non richiedesse sforzi extra).
Poi quando è tutto fatto @lara dovrà caricare anche su Archive.org, che rimanga per i posteri
Uso lo stesso termine per due cose:
- timing inteso come: al minuto 79 c’è la tal domanda; quello serve
- timing per i sottotitoli, quello l’ho letto dopo aver postato il messaggio (oltre al fatto che se è estraibile già fatto mi chiedo se abbia senso buttarlo e farlo poi rifare, col rischio che scazzi qualcosa)
Concordo anche io che sia meglio uno unico, o meglio: le due parti che sono già logicamente divise. La prima parte di “conferenza”, la seconda di domande.
Per le trascrizioni ecc. credo abbia ragione Dodo (ma non ho capito se piero e dodo stiano dicendo la stessa cosa, alla fine dei conti)
Cerco di riassumere le mie idee per punti:
- Video: caricare su YouTube i due video (o secondo me meglio ancora uno unico) “rielaborati”, con timing cliccabile in descrizione come proposto da @fedrik per semplificare le cose. Per “rielaborazione” intendo: centrarli, eliminare gli spezzoni inutili, aggiungere scritte in sovra impressione (es. Sintesi della domanda a cui si risponde e sottotesto ogni volta che parla uno dei tre tipo “Francesco Costa, giornalista de Il Post e autore «Da Costa a Costa»”), così se uno guarda solo una domanda riesce a capire chi è chi.
- Sottotitoli / testo : lascio a voi capire qual è il modo più efficiente (ed efficace) per ottenere un risultato decente (sia dal punto di vista linguistico che di fruibilità)
- Articolo di accompagnamento : secondo me una buona idea potrebbe essere quella di produrre un articolo di sintesi (tipo Original Hookii o simile al verbale che ha fatto Yoghi delle altre discussioni), in modo da avere un contenuto facilmente accessibile e leggibile da chi non ha voglia di sorbirsi due ore e mezza di conferenza e/o la trascrizione più o meno integrale. In particolare questo sarebbe quello da rilanciare e sponsorizzare (ovviamente con link e tutto quanto) come “prodotto di hookii”, nonché da lasciare commentabile (in modo che eventualmente Maselli, Costa, Toniolatti e Bianco, ma anche altri autori o interessati possano discutere sul tema, come mi sembra proponesse anche Broono)
-
Video.
Al momento ho modificato il primo video e sto lavorando sul secondo (l’influenza è arrivata al momento giusto).
Ho tagliato le parti inutili, ho tolto il bordo nero e centrato i fotogrammi, ho provato ad aumentare la nitidezza, ho modificato il bilanciamento del bianco nel primo video per renderlo più simile al secondo, ho eliminato il canale video nei fotogrammi con l’inquadratura del frigorifero (al momento ho sostituito il video con una schermata nera tenendo solo l’audio, ma forse si può trovare una soluzione migliore).
Per quanto riguarda l’inserimento delle scritte non dovrebbero esserci problemi a inserirle direttamente nel file video; però se non sbaglio eventuali scritte possono essere aggiunte direttamente su Youtube. Non ho esperienza di upload ma nei video compaiono spesso scritte in sovrimpressione. -
Sottotitoli / Sintesi
Il compromesso migliore per i sottotitoli è lasciare fare direttamente a Youtube, serve parecchio tempo per sistemare punteggiatura/ortografia/errori di trascrizione fonetica; o almeno, io ci ho provato e ci ho messo circa mezzora per 5 minuti di video. Invece della trascrizione integrale, che sarebbe molto molto lunga e nessuno leggerebbe mai interamente, trovo molto più utile la sintesi.
Bravo Dodo, che lavorone! Io ero impazzito dopo 5 minuti.
Adesso però per inserirlo come file di sottotitoli su youtube non bisogna inserire tutti i tempi? Anche quello è un lavoraccio.
Di sicuro è un’ottima base per scrivere un riassunto di ogni intervento.
Eh, dovrebbe venire un attimo al lab eventualmente per coordinarsi. Come ci diciamo da anni disqus non è lo strumento adatto per far certe cose…
Allora, io ho video messi bene da Roberto. Li passo ad Alessandro? Inserisco i sottotitoli di Dodo? Una cartella dropbox/mando tramite wetransfer? Cosa faccio?
EDIT: La mia idea sarebbe: mando la cosa ad Alessandro. Quando Alessandro ha finito mi rigira i video, li carico su Youtube, inserisco i sottotitoli di Dodo, inserisco nella descrizione le tematiche con il rimando ai minuti (questo posso farlo io), pubblico.
Obiezioni? Devo fare qualcos’altro? Qualcuno vuole fare qualcos’altro?
In questo momento il video è in mano ad alesstanco. Vista l’eliminazione dei messaggi di Dodo, direi che è evidente che non si possano utilizzare i suoi sottotitoli. Posso farli io, comunque (se la cosa non mi prende troppo tempo, altrimenti possiamo farne a meno).
In realtà aveva scritto che li donava, nel senso che non gli interessava nemmeno l’attribuzione; non penso sarebbe un problema usarli (sempre nel caso in cui qualcuno li abbia copiati in locale prima della rimozione del link). A prescindere dalle vicende di contorno, mi dispiace; aveva fatto un bel lavoro con i sottotitoli e con la sintesi.
Comunque tra le due, secondo me sarebbe meglio concentrarsi sulla sintesi visto che la trascrizione di Youtube, sebbene imperfetta, c’è.
Ragazzi, a che punto siamo arrivati? Avete bisogno di una mano? (È pleonastico, non so far quasi niente… È per spronarvi )
Direi che se riuscite a sistemare i video il prossimo passaggio può esser quello di creare una specie di indice delle domande e degli interventi.
Avete idea di come procedere?
Il risultato finale potrebbe essere quello di un post con i vari link ed in questo vi posso supportare…
Ho passato proprio ieri i video finiti a @lara, se riesco oggi in giornata preparo un elenco del timing per la descrizione su Youtube.
Volendo, posso anche occuparmi di una sintesi (a partire dai commenti live). Quello che vorrei capire, però, è se sia meglio seguire il modello “domanda/risposta1/risposta2/risposta3”, oppure cercare di fare un riassunto più sul generale.
Secondo me il modello “domanda/risposta1/risposta2/etc.” però lascierei la scelta a voi che avete seguito maggiormente la cosa
Allora, dipende quel che dobbiamo fare con la sintesi, direi. Nel senso, a cosa serve. Se è da inserire in un post forse è meglio un riassunto generale, da far girare anche coi social, ecc.
Stasera cerco di caricare tutto, scusate il ritardo.
Allora, faccio un recap rapido: ho dato a @lara l’insieme dei commenti che ho scritto live - se si opta per il modello “D/R1/R2/R3” dovrebbe bastare sistemare quelli in maniera decente (e fare una controverifica con il secondo video; con il primo l’ho già fatto).
Per il resto, ho provato a scrivere una sintesi complessiva (organizzata attorno a “macrotemi”): speravo di fare una cosa breve, mi sono uscite 7500 battute (spazi esclusi). Secondo me è un’opzione più interessante (del genere: leggi, se poi ti interessa così tanto vai a cercarti le domande relative nel video grazie al minutaggio interattivo) e più idonea alla produzione di contenuti (tipo le famose sintesi per il referendum costituzionale).
Ora: io questo documento non l’ho riletto (grammar nazi alert!) e dubito di riuscire a farlo nei prossimi giorni. Se qualche correttore di bozze si offre volontario, ben venga
Che faccio, lo carico qui come testo (revisione collettiva, che secondo me è meglio?), o lo invio via mail agli interessati?
Ci tengo a precisare ancora una volta che non l’ho riletto. (Le parti in grassetto corsivo sono le cose da sistemare assolutamente, quelle in grassetto sono i macro temi, in corsivo qualche nome proprio o robe in inglese). Comunque eccolo, tutto vostro
Il giornalismo e i lettori al tempo delle newsletter. Questo il titolo dell’incontro che ha organizzato hookii in occasione del suo terzo compleanno, un incontro a cui sono stati invitati tre autori di newsletter e che è stato moderato da Ruben Bianco, collaboratore di TvTalk e YouTrend (avete presente il sito che si occupa di sondaggi in periodo di elezioni e referendum? Ecco, uno di loro). Relativamente agli autori, invece, c’era Francesco Costa, il vicedirettore de Il Post, che a partire da maggio 2015 si è occupato con impegno crescente di seguire la bizzarra campagna elettorale americana che alla fine ha incoronato Trump come presidente; c’era Francesco Maselli, da poco giornalista per Il Foglio e autore della newsletter sulla (meno bizzarra ma comunque sorprendente) campagna elettorale francese del 2017; e c’era Edoardo Toniolatti, che di professione non fa (e non vuole fare) il giornalista, ma che ha creato dalla sua passione per la politica tedesca la newsletter Noch4Jahre?, incentrata sulla quarta (e abbastanza prevedibile) vittoria della CDU di Angela Merkel in Germania in una campagna che però – come lui stesso sottolinea – si è rivelata molto diversa dalle precedenti. Dalle domande di Ruben Bianco e da quelle del pubblico sono emerse circa due ore e mezza di confronto. Se avete voglia di recuperarle (integralmente, o solo le parti che più vi interessano), c’è il podcast qui (LINK1) e qui (LINK2).
Si è parlato della natura della newsletter: si tratta di un mezzo che risale agli albori di internet, quando i siti di news (e i social network, ça va sans dire) erano meno diffusi e conosciuti, e che apparentemente sta conoscendo una nuova “primavera” negli Stati Uniti. Stando alle parole dei tre autori, ci sarebbero diverse ragioni per preferirle ad altri mezzi di informazione. Innanzitutto, la casella e-mail è un luogo più personale e silenzioso, privo di banner pubblicitari, commenti e link ad articoli su altri temi. In questo modo, è più facile creare un rapporto “1:1” tra l’autore e il lettore. L’autore può così raggiungere chiunque sia interessato al tema, ed essere in qualche modo certo di essere letto; viceversa il lettore non ha bisogno di andare a cercare le novità sul tema e, in caso di dubbi o domande, può rivolgersi direttamente a chi scrive. La newsletter risulta inoltre un ottimo mezzo per seguire fenomeni in evoluzione, come appunto le campagne elettorali di paesi esteri: la cadenza regolare, infatti, permette di non dover ricostruire ad ogni puntata il contesto in cui si svolgono gli eventi, contrariamente ai servizi giornalistici dei media tradizionali. Al contrario, è forse meno indicato per tematiche più trasversali come la politica nazionale: in particolare, Francesco Costa evidenzia come ci sia una certa saturazione del tema, e come sia ancora più difficile parlarne senza prendere contestualmente una posizione in merito (o viceversa, finendo per essere accusati di non voler esporsi troppo).
Il formato della newsletter è, invece, variabile. Molti giornali, ad esempio, inviano una sorta di riassunto degli articoli pubblicati (ad esempio, i migliori della settimana): una collezione di link, piuttosto che dei testi. Edoardo Toniolatti spiega di aver molto riflettuto in merito, e di aver optato inizialmente per una struttura “a blocchi”: un paragrafo per ogni partito o area politica, o per avvenimenti specifici della settimana; ciò gli ha reso più facile organizzarsi. Francesco Maselli ha quantificato la lunghezza delle sue mail intorno alle 10 15’000 battute e ha spiegato di aver deciso di inserire una rubrica sul “personaggio della settimana” per permettere al lettore di avvicinarsi al tema non solo da un punto di vista generale.
Relativamente al pubblico delle newsletter, tutti e tre gli autori riconoscono di non poter fare analisi troppo precise, trattandosi di campioni abbastanza ristretti (circa 850 iscritti per Toniolatti, 1700 per Maselli e qualche migliaia DA VERIFICARE COL VIDEO per Costa). Di certo, si tratta di persone molto interessate alla politica estera, e che per questo non si fanno problemi a contattarli ed eventualmente a correggerli in caso di sviste. Questo tipo di rapporto ha un impatto positivo sulla newsletter stessa, innanzitutto perché permette di capire quali temi destano maggiore interesse, e di conseguenza si può decidere di approfondirli nelle puntate successive. Inoltre, un rapporto del genere consente di andare al di là della newsletter stessa: Francesco Costa fa riferimento sia all’organizzazione di eventi di approfondimento dal vivo, sia alla campagna di donazioni grazie alla quale è riuscito a finanziare il suo viaggio negli Stati Uniti.
Ma a proposito di costi, quanto conviene in termini economici occuparsi di una newsletter? Sicuramente, parecchio tempo libero, data la necessita di conciliarla col lavoro vero e proprio. Al crescere del numero degli iscritti, potrebbero nascere alcune esigenze tecniche costose: ad esempio, un servizio di newsletter che permetta di sforare il tetto “gratuito”, o l’aggiunta di servizi collaterali (ad esempio, la registrazione di un podcast). Ma le spese vere e proprie nascono dalla volontà di seguire le campagne elettorali sul campo: gli spostamenti, i pernottamenti, i pasti fuori casa. Si tratta però dell’unico modo di entrare in contatto col mondo di cui si scrive, sia parlando con la gente comune, sia assistendo ad eventi che non è possibile reperire sui media tradizionali. Ciò significa anche evitare il cosiddetto “effetto bolla” nella scelta delle fonti su cui basare la newsletter, in quanto permette di avere un’idea complessiva dei cambiamenti che sta vivendo il paese in quel momento.
La copertura della politica estera sui media italiani è stato un altro tema molto dibattuto durante l’incontro. Com’è possibile, si chiede Ruben Bianco, che dei neolaureati come Maselli o dei “non giornalisti” come Toniolatti, riescano a coprire eventi di questa portata meglio delle testate e dei media tradizionali, che sembrano disinteressati agli esteri? Secondo Francesco Costa non è un problema di mancati investimenti: gli inviati all’estero per i giornali ed i telegiornali costano parecchio alle redazioni, e anche l’organizzazione di “maratone” in occasione di grandi eventi sembrano dimostrare una certa attenzione al tema. La tendenza, invece, sarebbe quella di sottovalutare i lettori e gli ascoltatori: per questa ragione, la copertura viene orientata maggiormente al gossip (si pensi all’attenzione data sui giornali italiani alla moglie di Emmanuel Macron) o alle assonanze con la situazione politica italiana, invece di indagare più a fondo sui fenomeni sociali o rimettere in discussione questo modo di fare giornalismo. Inoltre alcuni paesi sono quasi completamente ignorati o percepiti come “noiosi”: come sottolinea Edoardo Toniolatti, è il caso della Germania, un paese di cui si parla solo in caso di elezioni (e comunque senza approfondire troppo) o di eventi molto particolari.
Immancabile, una domanda sulle fake news e sulla possibilità di contribuire alla lotta contro di esse per mezzo delle newsletter. I tre autori dicono di non volersi occupare direttamente di debunking; tuttavia cercare di produrre contenuti di qualità, basati su fonti affidabili e su un contatto più diretto col contesto, significa andare in quella direzione. Bisogna però fare attenzione a una cosa: “newsletter” non significa automaticamente “buon giornalismo”. Molti contenuti validi possono essere reperiti anche sui media tradizionali e, viceversa, a voler insistere sul modello “newsletter” c’è il rischio di avere prodotti di media qualità, soprattutto se ciò avviene su base volontaria e non come vero e proprio lavoro.
Infine, qualche nota sugli autori delle newsletter. Grazie alla crescente diffusione dei loro prodotti, il mondo della televisione, ma soprattutto quello della radio, si è accorto di loro. Certo, non al punto di rinunciare alle facce dei “soliti noti” come ospiti in studio, che sono ormai una garanzia di audience. La tendenza dei tre autori, inoltre, è quella di farsi accreditare come esperti del tema che trattano, piuttosto che apparire come “tuttologi” (sebbene per motivi lavorativi sia necessario uscire dalla propria comfort zone, come spiega Francesco Maselli). Quanto al futuro delle newsletter, Francesco Costa la concluderà a fine anno, volendo concentrare le proprie energie su un libro nel 2018; Edoardo Toniolatti continuerà invece a seguire la politica tedesca fino alla formazione del nuovo governo (che potrebbe avvenire indicativamente a fine dicembre); Francesco Maselli ricomincerà a scrivere di politica francese nel 2018, probabilmente concentrando le proprie energie su reportage dal paese.
Ultimo ma non ultimo, qualcuno ha chiesto consigli su quali altre newsletter sia possibile seguire. Ecco quindi qualche suggerimento:
• SenzaRossetto
• politico.eu
• Le Figaro
• Axios
• I giornali tedeschi (??)
• La newsletter di Sechis (???)
• ((Carrer su UK?))
• ((Voccia su Giappone))
(per questa parte finale: secondo me potremmo cercare qualche link e metterlo - ps: Voccia e Carrer li ho aggiunti io, nel video non sono nominati ma dato che sono pure rilanciati su hookii avrebbe un suo senso)
Bene, arrivo in ritardo. Ho caricato i video qui: https://youtu.be/ZAt3Gh-lg1o e qui: https://youtu.be/b7vV-o_tKLE
Attualmente sono in “non in elenco”, quindi vengono visualizzati solo tramite link. Io sinceramente ho molta difficoltà a fare i sottotitoli perché bisogna creare un file srt con tutto il timing e cazzi e mazzi (fate conto che anche quelli di Dodo non vanno veramente bene o io non sono capace di modificarli). Quindi ecco, grazie a @Roberto e @alesstanco che hanno fatto tutto il lavoro.