Ci sono utenti in cui ogni intervento è fatto di un soggetto, un predicato e un’invettiva.
Ma proprio ogni intervento eh.
Mentre per qualcuno è solo un registro espressivo discutibile ma tutto sommato innocuo per qualcun altro, in particolare uno, è una costante con un unico obiettivo polemico.
La stragrande maggioranza dei singoli interventi non viola le regole di moderazione ma alla fine è come per lo stalking malgrado la singola azione non sia reato di per sé la ripetizione ossessiva delle stesse rende insopportabile la vita della vittima.
Potreste dirmi blocca e vivi tranquillo se non che poi è tutta la discussione a essere penalizzata.
Alla fine si finisce per essere contenti che l’articolo di Francesco Costa su Michela Murgia non sia stato indicizzato. Concludo però notando quanto è bello leggere commenti in cui si contesta Costa e l’eredità della Murgia stessa senza trovare espressioni quali “latrati di sgualdrina” ma anche solo “'ideologia nazistoide” o “idiozia”.
Nella marcia sportiva oltre alla sanzione vera e propria prodoma alla squalifica esiste l’invito a correggere la propria marcia con il blocco del ginocchio e a tenere sempre un piede piantato per terra. Credo che la metafora sia chiara.