Confesso che ho sempre fatto parecchia fatica a comprendere da dove arrivi la convinzione tanto diffusa che la moderazione di hookii sia meno severa di quella in vigore altrove, o addirittura basata sulla ricerca di presunte età dell’acquario. Basta confrontare una discussione media su hookii con una discussione media in un qualunque altro spazio pubblico per rendersi conto che i comportamenti aggressivi o trasgressivi presenti sulle nostre pagine non si discostano di molto da quelli presenti altrove, per entità e frequenza. Idem per quanto riguarda le incursioni trollesche o per il passaggio ciclico di personaggi borderline dagli atteggiamenti volutamente provocatori od offensivi.Anzi potremmo dire che hookii sia, sotto questo aspetto, una piccola isola felice.
Parliamo spesso del Post, perché è da lì che veniamo. Ebbene tutti noi che veniamo da lì, e che pure eravamo allora gli stessi d’adesso, eravamo sul Post molto più aggressivi e facili all’offesa di quanto non lo siamo oggi. Io per primo, commentassi su hookii come ero solito commentare sul Post, credo mi vergognerei di me stesso - ed ero allora tra i meno fumantini del mucchio.
Qui nessuno ha mai cercato il sol dell’avvenire. Se si sono fatti degli sforzi (talvolta audaci) per cercare di trovare una “via hookiana” alla moderazione, certo non è stato perché si fosse convinti di poter usare un sistema diverso di quello in vigore altrove in nome di chissà quale alterità morale o spirituale. La via hookiiana alla moderazione s’è cercato di metterla in piedi semplicemente perché alternative percorribili non ce n’erano e non ce se sono. E lo si è fatto poggiando su due capisaldi: le risorse umane e pratiche di cui si poteva disporre da un lato; la ricerca di regole condivise dall’altro. Sta tutta lì la differenza tra la moderazione di hookii e quella presente altrove. Qui la moderazione la fanno i commentatori, mentre altrove la fanno moderatori a tempo pieno, che in quello esauriscono il proprio contributo alla vita del sito. E qui le regole si cerca di costruirle in un dibattito pubblico, mentre altrove c’è un capo che decide per tutti, e chi non condivide si adegua o si dilegua.
E il sistema, permettetemi di ripeterlo, funziona. Miracolosamente, funziona. Coi suoi innegabili limiti e con la costante necessità di fare degli aggiustamenti di rotta, questo è certo. Ma funziona. E se ci sono delle zone d’ombra che la moderazione non arriva a coprire, se ci sono comportamenti meritevoli di sanzione o censura che la passano liscia, certo non è perché si faccia moderazione con troppi scrupoli, ma perché si dispone di strumenti e forza lavoro limitati, e quella limitatezza incide pesantemente sull’efficacia della moderazione, malgrado i grandi sforzi di chi si adopera per farla funzionare. Cito a mero titolo di esempio il limite maggiore: una moderazione per turni, che è l’unica che possiamo permetterci, comporta un’enorme dispersione di energie e di lavoro per il solo mantenimento di due elementi essenziali come la continuità operativa e la linearità dei giudizi. E qui potrei aprire una lunga parentesi sulle mie personali preoccupazioni riguardo al combinato disposto (espressione di moda) tra questi limiti di continuità e linearità e la maggiore discrezionalità di giudizio che queste riforme comportano, ma ve la risparmio.