Riporto qui brevemente le mie considerazioni fatte al bar:
Avevo cercato di affrontare il tema della regolamentazione del voto qui, ma la discussione è morta, a quanto pare, e di conseguenza ci ritroviamo a non avere regole chiare sulle votazioni e in particolare sulla novità del diritto di veto.
Le votazioni passeranno a maggioranza? Quando si potrà proporre di nuovo altre modifiche? Dove? C’è un quorum? 30 persone che votano sì in un sito di 300 commentatori sono sufficienti a far passare una risoluzione? La cosa non è chiara e cambia di molto l’importanza della votazione. Preciso che non ho una posizione chiara a riguardo di questi punti, mentre ce l’ho sul fatto che non siano chiari, ovvero che non avere regole precise è male.
In particolare trovo grave l’esercizio del diritto di veto in questa forma così opaca. In primo luogo non ne trovo traccia in alcun documento ufficiale - o almeno non l’ho trovato. Suppongo quindi che sia espressione del seguente potere del CD: “l’onere di coordinare e sovraintendere le attività dei suddetti Gruppi Operativi, promuovendo la collaborazione e l’integrazione tra gli stessi, e garantire l’aderenza del loro operato alle norme, ai principi e alle finalità di cui al presente Statuto”. Già questa incertezza è grave di per sé: abbiamo un potere che inficia un processo delicato, quello della votazione, che non è chiaramente regolamentato: prima di esercitarlo sarebbe stato opportuno almeno descriverlo con chiarezza. Inoltre più nel merito osservo sulle regole che ho dedotto dalle poche righe sul diritto di veto più sopra le seguenti cose:
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il diritto di veto andrebbe esercitato sul risultato di una votazione, non sulla votazione stessa. L’atto di votare non può essere contrario ai principi e alle finalità dello statuto, quindi non può essere impedito. Il senso di permettere il voto su un tema che verrà poi sottoposto a veto sta tutto nelle finalità stesse dell’Associazione: democrazia, dialogo, discussione. Inoltre il peso di porre il veto su una decisione approvata al 90% è del tutto diverso dal peso di porre un veto senza alcuna discussione.
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Essendo i processi democratici dell’associazione uno dei cardini fondanti della stessa nel caso si ricorra al veto questo dev’essere fatto con la massima trasparenza possibile: spiegare quali sono i principi che sarebbero violati, perchè, dare delle spiegazioni insomma.
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Favorire una discussione del prima del voto del veto (sul voto ) sarebbe auspicabile, ma capisco che il processo rischia di diventare troppo arzigogolato.
Grazie del vostro lavoro.