Il Lab è aperto!

Come valutare le segnalazioni


#1

Propongo questo argomento perché periodicamente capita che vengano pubblicate segnalazioni controverse o di dubbia qualità. La domanda è quindi: come dovrebbero essere le segnalazioni di hookii, il vaglio su quel che si può pubblicare dovrebbe essere severo o a maglie larghe come l’attuale? in che modo è possibile valutare la bontà di un articolo, magari dove ci sono molte opinioni e pochi fatti, o su argomenti di cui i volontari che fanno la cernita non sanno assolutamente niente?

Faccio qualche premessa: gli articoli che sono contenuti nei post su hookii vengono segnalati in varie forme dagli stessi commentatori. Il lavoro redazionale si limita ad un controllo sull’esistenza dei link, un minimo di cappello introduttivo (o la revisione grammaticale di quello presente) ed un blando fact checking quando è possibile. Per i casi controversi i volontari del gruppo che se ne occupa si consultano fra loro, ma il principio guida è sempre quello che anche da un cattivo articolo può venire una buona discussione e la censura preventiva è un male. Quindi si cerca di salvare quasi tutto e le segnalazioni cestinate sono relativamente poche.


#2

Ueh, è una domanda non un plebiscito: mi aspetto un dibbattito, non una sfilza di cuoricini sotto il mio post!


#3

I totally agree.
a volte ci sono le segnalazioni un po’ sciocchine, nel senso che non sono roba da premio nobel di fisica, chimica o altro. e vabbè, se strappano una risata, perchénnò.
a volte ci sono segnalazioni - com’è capitato oggi per l’art. della Perina - che generano commenti negativi sullo stile di quell’articolo.
Allora io sono per vedere comunque cosa esce fuori.
Ricordo che all’epoca dei commenti sul Post, mi piaceva perché letto l’articolo, scoprivo molte più cose - in molti casi - nei commenti di noi commentatori, che non nell’art. stesso.


#4

il discorso è compleso, dato che ci sono innumerevoli categorie di segnalazioni:
1)La segnalazione su un fatto, o una notizia, dove pero la stessa passa in secondo piano dall’opinione di chi ha scritto l’articolo, costringendo a discutere piu sull’autore e sulle sue opinioni,e questo generalmente è male.
2)Segnalazioni “scientifiche”, cioè su articoli che trattano di materie a volte troppo ostiche e per un pubblico di nicchia; quindi sarebbe preferibile sceglire rticoli che si trattano argomenti complessi, ma in modo comprensibile piu o meno a tutti.
3)Segnalazioni autoconclusive, cioè che informano e appasionano il lettore, ma che non spingono a costruire una discussione, dato che non c’è niente da discutere. Benevenute ma non dovrebbero essercene troppe.
4)Segnalazioni in inglese: argomento spinoso dato che non tutti masticano l’inglese, e comunque non tutti hanno voglia di leggersi due pagine di articolo faticando il doppio per capire che c’è scritto. Benvenute in ogni caso, dato che spesso ilettori hanno modo di agganciarsi a chi ha letto l’articolo e commentato.
5) Non mi viene altro, torno al bar.


#5

Il principio di partenza è che hookii non è un aggregatore di contenuti, bensì un sito di commenti. Per questo motivo la valutazione di una segnalazione coincide con la valutazione della discussione che potrebbe nascerne. Come dici tu stessa un cattivo articolo può innescare una buona discussione. Però:

1) bisogna capire cosa intendiamo con cattivo

A questo proposito, non c’è un solo genere di cattivo articolo. Alcuni contengono troppe inesattezze, altri sono propaganda, altri ancora semplicemente scritti male e così via. Per districarsi in questa selva di possibili pecche servirebbe una vera redazione, ma la vera redazione di hookii in questo senso sono di fatto i suoi utenti, in particolare quelli fissi che hanno accumulato un credito di credibilità.

A partire da questo io vedo due possibili strade: o si lascia la segnalazione sostanzialmente libera, come oggi è, limitandosi a cassare quegli articoli che possono assumere carattere di spam (ad esempio se si iniziano a segnalare regolarmente i post complottisti), oppure si istituisce un filtro: ogni utente che lo voglia dichiara per quali argomenti è disposto a fare da controllore e la Redazione gli gira preventivamente gli articoli se ritiene di aver bisogno di conferme prima della pubblicazione, di aggiunte alla segnalazione o pareri di altro tipo.

2) non dobbiamo fare confusione tra l’articolo e la segnalazione che lo contiene

Quando mi capita di leggere le critiche a cui fai riferimento, l’impressione è che si risentano del modo neutrale in cui viene presentato l’articolo ritenuto scandaloso. Questo perché, inevitabilmente, la tendenza è di leggere la segnalazione (in particolare il riassuntino) con la voce di hookii, come un prodotto di hookii, dimenticando che la pubblicazione del link non implica l’adesione ai suoi contenuti né da parte di hookii, né da parte del segnalatore (cosa che a volte sfugge e imho contribuisce a qualche timidezza nel segnalare da parte soprattutto dei nuovi venuti, che ci tengono magari a non sfigurare).

L’errore, insomma, è chi vede hookii come un collettore di articoli interessanti, cosa che magari può anche diventare, ma che non costituisce la sua ragion d’essere. Volendo “concorrere a creare un’opinione pubblica critica e informata dei fatti” hookii ha nei commenti e non nelle segnalazioni il suo strumento primario. Da questo punto di vista, lo smontare con cura e automoderazione un articolo cattivo risponde al nostro scopo sociale molto bene.

In definitiva, bisogna capire come presentare l’articolo cattivo o buono che sia. Sia visivamente (usando il formato di un blog inevitabilmente veniamo letti in quel modo), sia verbalmente (ripensando le linee guida per la scrittura delle segnalazioni).


#6

Prendo questa cosa perché parlavamo (tra noi) proprio della possibilità di inserire una certa peer-review degli articoli. Che funzionerebbe in questo modo:

  • Ogni argomento avrebbe un reviewer
  • I reviewers sarebbero dentro slack (in una stanza apposita)
  • Quando gli editor hanno dubbi chiedono al reviewr. Questo dà il suo parere e nel caso un’intro
  • I reviewer non si occuperebbero della pubblicazione, ma solo del parere. Tutto il resto sta agli editor. Questo per non dispendere energie ed avere maggiori candidati.

I reviewer sono pensati su cose più specialistiche, piuttosto che “opinionistiche”, quindi la cosa non cambierebbe moltissimo. Varrebbe sempre l’idea di una review “lasca”.
Cosa ne pensate?

Concordo.


#7

Mi sento tirato in ballo visto che sono stato proprio io a sollevare la questione sull’articolo di Flavia Perina.

…ma il principio guida è sempre quello che anche da un cattivo articolo può venire una buona discussione e la censura preventiva è un male

NI.
La censura preventiva è senz’altro un male, quindi sono tendenzialmente contrario.
Sono anche convinto che, al momento, la community di Hookii sia composta da persone-bene e quindi la qualità delle segnalazioni sia generalmente alta.
D’altra parte spiace ritrovarsi in discussioni dove tutti i top-comment sono critiche feroci all’articolo originario. In pratica una discussione in cui il tema principale è: “che schifo di articolo”.

Soluzioni? Semplici non ne vedo.
Il tema peer-review proposto da Lara è interessante, ma temo significhi maggior lavoro per le marmotte.


#8

my2cent: se la “politica” di hookii è quella di una autoregolamententazione e un’autocensura non dovrebbero esserci limiti alle segnalazioni.

Se “hookii” vuole prendere avere una “gestione editoriale” allora le maglie devono essere larghe, ma non troppo. Il metodo di martina è interessante, ma ne vedo un limite nel fatto che ciò che è interessante per me, non lo è per te.

Più che sugli articoli interverrei sui commenti che denigrano l’articolo di per sé.


#9

Una precisazione: il metodo di Martina non è il metodo di martina, ma piuttosto il metodo di ale, di hookii e di quello che si è sempre fatto finora.


#10

non so lara. come qualcun altro ti ha già fatto notare. su medicina o altri argomenti è “facile”

ma altri argomenti (che poi spesso sono i più delicati e divisivi) tipo su economia? chi lo fa la review? è liberista? è socialista? medio oriente? è propaganda occidentale? filorussa?
i reviewer saranno in quote? già adesso a volte (se non sbaglio) ogni tanto qualcuno tira fuori discorsi di “censura” o confezionamento /indottrinamento delle segnalazioni.


#11

Appunto per questo è una cosa da discutere: se è un’idea che piace, si può pensare a come decidere questi reviewer.
Vale però sempre l’idea che nell’intro non vengano esposte le proprie opinioni, ma si richiede una neutralità. Poi se si vuole dare un proprio parere lo si fa nei commenti. Sono abbastanza fiduciosa nella capacità di scindere i due piani.

Mi riallaccio a quel che diceva PiGTr:

Questo lo possiamo fare fino ad un certo punto. Con articoli più complessi le nostre capacità non arrivano. Ripeto, nella mia idea i reviewer non guardano tutti gli articoli, ma solo quelli che noi abbiamo difficoltà a maneggiare. E, sinceramente, sono pochi, finora.


#12

Mi aggancio al tuo commento per rispondere anche a @lara.

  1. Slack non è il mezzo più adatto, secondo me, userei le mail. Se serve una mera consulenza a uso della redazione non c’è motivo che i consultati discutano tra loro.

  2. Eviterei anche riferimenti al peer-review. Il sistema che proponi non è tra peer, perché si basa sulla maggiore autorità di un utente (e sempre quello) su un dato campo, non è un lavoro di revisione (perché spetta alla redazione), ma è una consulenza.

  3. Come dice MMM, c’è il problema delle recriminazione, del gridare alla censura, etc. Siccome la risposta proficua a tesi sbagliate non è di norma la censura, ma l’accostamento a quelle giuste, ritengo che fatti salvi i soliti casi estremi, che costituirebbero solo perdita di tempo, agli articoli controversi tanto fattuali/scientifici quanto opinionistici siano affiancati nella stessa segnalazione articoli si segno diverso. Proporli sarebbe compito proprio dei “consulenti” (quelli che tu chiami reviewer, diciamo).

Immaginiamo, che io segnali un articolo sui danni dell’agricoltura intensiva delle giuggiole, zeppo di informazioni parziali, tendenzioso. Anche false. la redazione alza un sopracciglio, scrive al consulente per l’agricoltura e gli chiede un’integrazione a questa segnalazione. Esce la segnalazione completa e si discute, come avviene già adesso spontaneamente in certi casi quando due utenti di idee diverse segnalano due articoli contrastanti sullo stesso argomento e la redazione fonde le due segnalazioni.

Ora, a latere, quello che dice “ecco su hookii, noto sito liberal/comunista/ultraliberista/renziano/socialdemocratico/antifemminista etc. si pubblica persino questo, vedete?!” ci sarà sempre. È una strategia dialettica, mi dipingo come esponente di una minoranza o come unico esemplare in lotta contro la massa hookiiana e se ne esco bene dalla discussione è perché son bravo e ho ragione io, se no è perché son tanti e indottrinati gli altri. Mettiamoci il cuore in pace, queste cose le leggeremo sempre.


#13

Un messaggio è stato fuso in un argomento esistente: Malfunzionamenti e bug


#14

Un messaggio è stato fuso in un argomento esistente: Malfunzionamenti e bug


#15

Il problema è che non è sempre facile separare i “casi estremi”, meritevoli di essere cestinati, da quelli controversi ma che con una sistemata potrebbero dare vita ad una discussione decente.


#16

In quei casi chiedereste un parere, secondo me.


#18

Dico la mia. Premetto che in linea generale personalmente sono dell’opinione che [quote=“martina, post:1, topic:479”]
da un cattivo articolo può venire una buona discussione e la censura preventiva è un male.
[/quote]
Penso che il metodo finora utilizzato su Hookii, ossia quello di cestinare solo gli articoli oggettivamente assurdi, sia la strada giusta su cui proseguire e che imporre una selezione “editoriale” troppo stringente, almeno al momento, non solo sia poco utile, ma che possa addirittura rivelarsi potenzialmente dannosa e fonte di equivoci e eventuali recriminazioni…
Io procederei per piccoli passi insomma e eviterei di passare improvvisamente a un filtro redazionale troppo evidente.

Ciò detto è ovvio che l’attuale processo di selezione dei post possa è debba essere migliorato. Secondo il mio modesto parere però questo miglioramento, più che da una censura a priori dell’articolo, dovrebbe passare da una maggiore accuratezza dell’intro presente su hookii.
Mi spiego meglio, in caso di un articolo controverso, nell’intro andrebbe precisato chiaramente che la notizia è da verificare. in modo che chi legge si renda conto fin da subito che si trova di fronte a informazioni da prendere con le molle.
Non lo deve capire dopo aver letto i commenti che un articolo è una bufala. Hookii deve presentargliela già ponendo forti interrogativi nell’intro, e poi nel caso, nei commenti l’articolo viene demolito. Un po’ come fanno i siti tipo Butac che segnalano gli articoli fuffa per sbugiardarli. Lo sbufalamento e il debunking degli articoli semifuffa può rientrare a mio avviso negli obiettivi di hookii. Basta che Hookii lì presenti già come “a rischio fuffa”. Se invece si pone in modo troppo neutro, finisce che gli utenti pensino che la redazione (che non c’è) abbia pubblicato l’articolo ritenendolo attendibile al 100%. (Bastano due condizionali in più alle volte… Io ce li aggiungo sempre anche quando suggerisco i post di Le Scienze. Cambio tutti gli indicativi (“hanno dimostrato”) con i condizionali (“avrebbero dimostrato”) ed ecco che il gioco è fatto :slight_smile:
Quel che va comunque assolutamente evitato è riportare in home un articolo potenzialmente fuffa senza rimarcare a dovere nell’intro le sue N eventuali criticità e debolezze.

Ovviamente, per fare ciò, servono persone competenti nelle specifiche materie. E su hookii, fortunatamente, se abbiamo un problema non è certo quello degli specialisti di qualsiasi cosa (al massimo quello del ritmo) :wink:
Pertanto potrebbe essere molto utile nei casi dubbi che le marmotte possano avvalersi di una consulenza degli utenti che ritengono esperti dell’argomento. Questo può essere fatto in molti modi diversi. Un tempo si faceva occasionalmente anche al bar (commettendo tra l’altro errori grossolani, come quando ho dato l’ok a pubblicare il post che ha portato all’addio di Orgo). Si potrebbe fare anche nel lab o per mail. Secondo me (in questo la vedo diversamente da @PiGTr ) la soluzione migliore sarebbe una stanza slack dedicata dove le marmotte invitano “i consulenti” che ritengono di fiducia. Vero che quasi sempre non sarà necessaria una discussione tra i vari “consulenti” (se si parla di psichiatria, per dire, decido io e non Unit). Ma è anche vero che molte volte, visto che stiamo parlando di zone grigie e di confine, uno scambio anche minimo di opinioni tra persone che si occupano di argomenti vicini potrebbe essere utile (se c’è un post dubbio sulla psicologia/psicanalisi magari mi confronto un attimo con Ulrich e decidiamo insieme. Di sicuro così riduciamo ancor di più là possibilità di errori. E questo di “triangolazioni” è molto più difficile tramite mail, e anche qui nel lab.
Io quindi sarei per una stanza slack dove le marmotte invitano gli utenti che si offrono di aiutare e anche quelli che non si offrono (perché magari non leggono il lab) ma che le marmotte ritengono potenzialmente utili alla causa.


#19

Noto che c’è una chiara divergenza su cui discutere:

e su quanto dice @RNicoletto (“spiace ritrovarsi in discussioni dove tutti i top-comment sono critiche feroci all’articolo”) temo di dover citare ancora una volta quello che è forse il miglior commento mai scritto da Low:

E’ la maledizione delle community troppo cool come questa. Ci si sente superiori e dopo un po’ il principale argomento di conversazione diventa stroncare e massacrare senza appello ogni cosa.
A proposito, qualcuno ha visto MI:5? Dicono sia una vera merda.

Considerazioni mie: non credo che gli articoli specialistici e l’eventuale mancanza di competenze nello staff di Hookii rappresentino il problema principale. Il caso Orgo non si è più ripetuto, mi sembra, e difficilmente si finisce a flammare male sugli articoli scientifici. Certo, si sono viste grandi litigate anche in quei thread, ma ben raramente sul merito dell’articolo, quasi sempre sono i soliti scontri fra personalità o flame OT. Trovo molto più pericolosi per la “pubblica quiete” gli articoli politici.

Secondo me, se crediamo nell’idea dell’automoderazione, bisognerebbe “responsabilizzare” di più il segnalatore; con questo intendo legare in modo più evidente la segnalazione al suo autore, dato che l’intervento del sito è molto spesso minimo come Martina spiega a capothread. (Minimo riguardo ai contenuti, diciamo).

Il nick ovviamente è già indicato, ma per varie ragioni (credo principalmente sociali, ma anche di scarsa evidenza dell’indicazione, uso di nickname a perdere eccetera) spesso i post pubblicati vengono comunque percepiti come “di Hookii”, cosa che trovo fuorviante per come è strutturato il sito ora.

Diciamo che nel dilemma presentato all’inizio pendo dalla parte di @Mambombuti: concederei ai segnalatori di aprire direttamente il dibattito nel testo della segnalazione, in fondo dibattere è il motivo per cui siamo qui. Se le loro opinioni personali sono divergenti dall’articolo, che lo indichino chiaramente. Se in parecchi decidessero di abusare della possibilità di segnalare sotto qualunque nome a scopo trollesco, studiare una soluzione per impedire l’uso di nickname a perdere.

Certo, un altro ostacolo è che la nostra passione per le stroncature ha portato all’uso generoso dei disclaimer tipo “non me ne voglia il segnalatore, ma…” a cui seguono commenti demolitori; temo che questo sia indice della paura di creare ulteriori conflitti… ma IMHO è una cosa che dobbiamo affrontare, dimostrando di essere davvero capaci di automoderarci, non ignorarla o nasconderla dietro a comitati ristretti che nel tempo si attirerebbero sfiducia e critiche ben peggiori.


#20

Sono molto contraria, però, su questa cosa. Soprattutto con l’esperienza di alcune segnalazioni che ci sono arrivate. Io non riuscirei a pubblicarle perché totalmente fuorivianti. Inoltre, io sono convinta che una discussione sia “indirizzata” dalla segnalazione. Se una segnalazione è fortemente “di parte”, la discussione sarà fortemente “di parte” e le voci discordi non ci potranno essere.


#21

Per gli articoli scientifici si potrebbe valutare la fonte, come già fanno su molti sub di reddit. Se la segnalazione rimanda a una testata vagamente affidabile, passa, altrimenti finisce nel cestino. Coinvolgere di volta in volta un esperto nel merito dei singoli argomenti comporterebbe IMO un aggravio di lavoro eccessivo.

In merito all’opportunità di commentare l’articolo già nell’intro, faccio notare che - specie su temi di politica e affini - una tale pratica si presterebbe al “flamebaiting” spinto e di fatto obbligherebbe la redazione a dover elaborare e imporre dei criteri di ammissibilità (es. quanto può essere provocatoria una introduzione?) con inevitabile coda di polemiche, accuse di censura, etc.

Infine: siamo sicuri che esista un problema di “cattive segnalazioni”? Perché da quando son qui - ormai è qualche mese - penso di aver contato giusto un paio di articoli classificabili come spazzatura.

PS Esiste un link a questo fantomatico “caso Orgo”? Trovo continui riferimenti ma non ho ancora capito chi o cosa sia.